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Andrea Di Biagio
Roma
Spesso l’ordinario si fonde con l’eccezionale. A pochi chilometri dal Grande Raccordo Anulare di Roma, dove l’asfalto e il ritmo frenetico della città sembrano non dare tregua, il paesaggio si trasforma in una realtà rurale, dove uomini continuano a vivere e lavorare come se il tempo non fosse mai passato. Tra queste terre, i pastori conducono i loro greggi di pecore, che pascolano liberamente, lontano dal caos cittadino.
Questi uomini, spesso provenienti da paesi dell’Est Europa come la Romania, hanno scelto di lasciare tutto alle spalle per tornare a un mestiere antico, ormai scomparso nel cuore di Roma. Con mani segnate dalla fatica e occhi che portano la malinconia di chi è lontano dalla propria casa, incarnano una tradizione che la modernità ha quasi dimenticato. Nonostante la distanza dalla loro terra d’origine, questi pastori hanno trovato un legame profondo con la campagna romana, una connessione che è rimasta intatta, immutata.
Nel mio reportage fotografico, ho cercato di catturare il contrasto tra la solitudine e la serenità di un mestiere che resiste in mezzo alla metropoli in continua espansione. Un mondo che sfugge ai riflettori, ma che è ancora vivo, con il suo silenzio e la sua bellezza. La città si espande, ma i pastori rimangono, testimoni di un’epoca che non vuole scomparire.